L'ultimo respiro del corvo recensione
Recensione

“L’ultimo respiro del corvo” L’omicidio Caravaggio

“Reverendissima eminenza, le tribolazioni non sono finite con la partenza da Napoli di Caravaggio”, recitava la lettera. “Del suo ultimo dipinto, quel Martirio di sant’Orsola destinato ai Doria, pare il Merisi abbia fatto una copia, che è scomparsa… Qualcuno suppone sia ormai in Spagna. Inutile dire che la tela va assolutamente recuperata, poiché, come Ella ben sa, reca in calce l’accusa più infamante…”

La morte di Caravaggio è uno dei grandi “casi irrisolti” della storia e Silvia Berna e Lucio Salvini ne hanno tratto un thriller che non ha niente da invidiare ai bestsellers di Dan Brown o Matteo Strukul. Se ti piace il genere, “L’ultimo respiro del corvo” è certamente tra le letture che ti consiglio per questa estate.

La trama

La storia si sviluppa su un due fronti paralleli.

Da una parte c’è l’indagine sulla scomparsa di una copia del Martirio di Sant’Orsola – il dipinto che porta con sé il segreto dell’omicidio di Caravaggio – in cui viene coinvolto il critico d’arte Dante Hoffman che, come dicevo, ci ricorda un po’ il professor Robert Langdon di Dan Brown.

Dall’altra ci sono le finestre temporali attraverso le quali Hoffman racconta gli ultimi anni di Caravaggio all’ambiguo cardinale Giulio Bergero, discendente da quello stesso Scipione Borghese che molti ritenevano fosse coinvolto nella misteriosa morte dell’artista.

Un thriller che racconta un thriller, insomma, e che ci riporta a sfogliare i libri di storia dell’arte del liceo (o più semplicemente Google Immagini) per andare a riguardare con più attenzione tutti quei piccoli dettagli che non avevamo mai notato prima. E non parlo solo del Martirio di Sant’Orsola, ma anche di San Francesco in meditazione, La Morte della Vergine, La Maddalena penitente e tanti altri.

Insomma, in 500 pagine trovi tutto: l’arte, l’intrigo e la passione. Il passato e il presente sono legati dalle luci e ombre della storia, come nella miglior tecnica di Caravaggio.

La casa editrice

E ora passiamo alla casa editrice. Non mi soffermo spesso su questo aspetto, ma qualche volta davvero merita.

Dietro a “L’ultimo respiro del corvo” c’è Skira, una vera istituzione dell’ambito delle pubblicazioni artistiche.

Fondata da un giovanissimo Albert Skira, negli anni Trenta collabora con personaggi del calibro di Picasso, Matisse, De Chirico, Magritte, Man Ray, Dalí…

Oggi Skira è leader internazionale nel settore della pubblicazione della arti visive comprese l’architettura, la fotografia, il design, ma ha anche (udite udite!) una sezione dedicata alla narrativa https://www.skira.net/narrativa/ che vi consiglio assolutamente di andare a visitare: io me ne sono già innamorata!

Intanto, come sempre, vi lascio l’anteprima di “L’ultimo respiro del corvo)”


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