“Animali fantastici. I Segreti di Silente”
Non si dovrebbe mai giudicare un libro dalla copertina (rigorosamente rigida), ma quella di “Animali Fantastici. I segreti di Silente” (Ed. Salani) è davvero strepitosa e genera sicuramente aspettative notevoli; ci tengo a specificare poi che copertina e sovra-copertina sono uguali, e questo per me fa guadagnare almeno altri dieci punti al libro.
Estetica a parte, passiamo al contenuto.
Screenplay: trucco o magia?
“I Segreti di Silente” non è un romanzo, ma uno screenplay, riporta cioè la sceneggiatura originale del film con alcuni contenuti aggiuntivi, come bozzetti, rendering e commenti del cast.
Ho provato a cercare un po’ in rete e non ho trovato altre produzioni simili (tranne ovviamente gli altri della Rowling), quindi, se ne conosci altri, ti prego di segnalarmeli.
Questo tipo di pubblicazione mi ha sempre lasciata un po’ perplessa: non riuscivo a capire se fosse semplicemente una trovata commerciale (crudelmente geniale), o se potesse avere anche una sua identità indipendente dal film.
La Rowling l’ha proposta per la prima volta nel 2016 con “Harry Potter La maledizione dell’erede”. Come fan di Harry Potter mi sono sentita tradita quando ho visto che non si trattava di un romanzo ma di uno script-test (un copione) dell’opera teatrale e così, ferita nell’anima, mi sono sempre rifiutata di leggerlo.
Dato che sono una che i tradimenti non li dimentica facilmente, negli anni a seguire non ho voluto mai leggere (né guardare) anche tutta la serie di “Animali fantastici” &Co.
Tradita sì, ma la curiosità è femmina… così, la settimana scorsa, mi sono fatta prestare il libro dal Fede ed eccomi qui.
“I Segreti di Silente”: diverso non vuol dire peggiore
Al primo giro non ci ho capito niente, non conoscevo i personaggi e non riuscivo a seguire la trama, così l’ho mollato dopo trenta pagine e sono andata a guardarmi i primi due film (a noleggio su Prime).
«Lumos!» direbbe Harry: tutto ha iniziato ad avere un senso, e mi è pure piaciuto!
Una volta che capisci come muoverti, fila via liscio e veloce.
“I Segreti di Silente”, ma in generale questo tipo di pubblicazione, è da leggere tutto d’un fiato perché potresti fare un po’ fatica a riprendere il filo e poi non è suddiviso in capitoli, ma in scene, quindi in blocchi veramente molto brevi.
Comunque, se ti prendi un pomeriggio di relax, lo puoi tranquillamente terminare in poche ore.
La lettura è avvincente e, per la barba di Merlino, vale la pena comprarlo! È un’esperienza diversa rispetto alla lettura di un romanzo, ma diverso non vuol dire peggiore, inoltre, magari, ha anche il non trascurabile pregio di avvicinare qualche giovane babbano alla lettura.
“Animali Fantastici” cambia la prospettiva
Innanzitutto, con “Animali fantastici” ho trovato una Rowling più matura: i personaggi hanno una maggiore profondità psicologica rispetto alla saga di Harry Potter, dove tutti sono un po’ troppo statici nel loro ruolo (a dire la verità, alla fine Harry diventa anche piuttosto odioso).
Avevo già iniziato a trovare qualche traccia di “tridimensionalità del personaggio” in “I Doni della morte” dove Piton e Silente erano visti da una prospettiva un po’ più profonda, ma è con “Animali Fantastici” che i personaggi, contro ogni aspettativa, diventano più “reali”
Ci sono i cattivi, “che poi così cattivi non sono mai”, e i buoni che sono buoni, ma non perfetti.
I cattivi sono personaggi che si sentono traditi e soli.
«Una legge che ci tiene rintanati come topi di fogna! Una legge che soffoca la nostra vera natura! Una legge che costringe a vivere nella paura, a farsi piccoli per non rischiare di essere scoperti! Le chiedo, Madama Presidente… lo chiedo a tutti voi… questa legge chi protegge? Noi? O loro?»
Gellert Grindelwald
E i buoni cadono, sbagliano e provano a rimediare (e non è obbligatorio che ci riescano),
“Per quanto sia, siamo comunque imperfetti. Ma anche se commettiamo errori, terribili errori, possiamo sempre tentare di riparare. È questo che conta. Tentare”
Newt Scamander
Grindelwald è un personaggio con una psicologia molto più profonda rispetto a quella di Voldemort e ti consiglio di leggere qui e Newt Scamander è lontano anni luce da Harry Potter: non è più “l’eletto”, ma è l’allievo che si fida del maestro pur conoscendone i limiti e che prova a fare “ciò che è giusto e non ciò che è facile” con un po’ di goffaggine e il suo bagaglio di animaletti in valigia.
In realtà avevamo già trovato entrambi in Harry Potter: Newt come autore di “Animali fantastici” il libro di testo sulle creature magiche usato dagli studenti di Hogwarts (oltre ad una minuscola apparizione nella mappa del malandrino) e Grindelwald viene citato più volte in “I Doni della Morte”
I Cattivi
Un’ultima parola sui cattivi. Ripensiamo alle fiabe: Biancaneve, Cenerentola, La bella addormentata nel bosco… va bene la strega cattiva, ma che gli avevano fatto prima i buoni per farla diventare cattiva? Forse i cattivi sarebbero un po’ meno cattivi (e un po’ meno soli), se i buoni, prima, non ci avessero mezzo lo zampino.
Sempre in tema di “cattivi”, forse varrebbe la pena entrare nel merito della sostituzione di Johnny Depp nel terzo episodio per le accuse di violenza domestica mosse dalla moglie e per tutto quello che ne è conseguito: preferisco però non farlo. La violenza domestica, la paura di sporgere denuncia, ma anche la “presunzione di colpevolezza” sono temi molto delicati da trattare e forse questo blog non è il posto più adatto per farlo.
E ora, per farci due risate: