“Teddy” di Jason Rekulak
Questa settimana non potevo non parlarvi di un libro “mammachepaura” e quello che ho scelto è “Teddy” di Jason Rekulak (Giunti Editore, 2022).
È vero che non si può giudicare un libro dalla copertina, ma quella di “Teddy” è meravigliosa e quando entri in una libreria ti attrae come una calamita.
Appena prendi in mano in libro, ti accorgi che il disegno che c’è in copertina non è semplicemente stampato, ma che è in rilievo, proprio come se fosse stato disegnato con i pastelli; e anche sul retro, guardando lo sfondo nero in controluce, o semplicemente sfiorandolo, troverai il contorno dello stesso disegno e sì: questo un po’ di ansietta te la mette.
Quando poi apri i due risvolti e scopri altri due disegni… allora ti ritrovi alla cassa con il libro in mano e una gran voglia di metterti a leggerlo
Giusto per darvi un’idea
La trama
Ma parliamo del libro.
Mallory è una ragazza con un passato complicato: è appena uscita da un centro di recupero per tossicodipendenti e il suo sponsor le trova un impiego a Spring Brook, una tranquilla cittadina del New Jersey (l’esperienza di noi lettori ci insegna che le cittadine di provincia sono da evitare almeno quanto gli alberghi costruiti sopra i cimiteri… ma non divaghiamo).
Mallory viene assunta come babysitter estiva presso i Maxwell, la tipica famiglia americana con villetta, giardino piscina… e Teddy.
Si sono appena trasferiti e stanno cercando qualcuno che badi al bambino durante l’estate. Teddy ha cinque anni, è un bel bambino, intelligente, curioso e ama disegnare. C’è solo un piccolo dettaglio: Teddy ha un’amica immaginaria, Anya, che dorme sotto il suo letto e gli suggerisce cosa disegnare; ecco, questo inizia a metterci un po’ a disagio.
Ora, “Teddy” non è uno di quei libri super orrorifici con gente fatta a pezzi nella vasca da bagno, ma ti mette addosso quella giusta quantità di ansia che magari ti viene anche da evitare di leggerlo prima di andare a dormire; soprattutto quando poi scopri che, nel cottage che i Maxwell hanno riservato a Mallory, è stata uccisa una tale Annie Barret di cui non è mai stato ritrovato il cadavere e che ha un nome che ricorda molto la Anya di Teddy.
“Teddy” i disegni
Fin qui il racconto, ma quello che fa davvero tanto, come dicevo, sono i disegni. Teddy ne fa moltissimi e sono loro il vero filo conduttore del thriller: è mettendo insieme i disegni che la storia prende forma.
Insomma, non posso naturalmente dire altro se non che Stephen King lo ha definito “il thriller più originale ed inquietante dell’anno” e che presto (pare) diventerà una serie Netflix
Se mi volete riascoltare, trovate “Teddy” anche su Lamarinda Podcast
Intanto qui vi lascio l’estratto da scaricare
Un commento
Russell81
Buon titolo con qualche falla alla quale, però, si può soprassedere. Ne ho parlato anch’io sul mio blog e l’ho promosso.