“Leggere Lolita a Teheran” di Azar Nafisi
Dall’uccisione, lo scorso settembre, di Mahsa Jina Amini, sospettata di non indossare in modo corretto il velo, il popolo iraniano sta facendo di tutto, rischiando quotidianamente la vita, in nome della libertà.
È solo di pochi giorni fa la notizia dei ragazzi condannati a dieci anni di carcere per aver postato sui social un video in cui ballavano in piazza Azadi a Teheran.
E durante il Festival di Sanremo è stato toccante l’intervento Pegah Moshir Pour che, accompagnata da Drusilla Foer, ha raccontato la situazione che stanno vivendo i suoi connazionali in Iran
“Mi chiamo Pegah Moshir Pour Italiana di origine Iraniana, nata tra i racconti del “Libro dei Re”, cresciuta tra i versi de “La Divina Commedia”. Consulente e Attivista dei diritti umani e digitali. In Iran non sarei potuta essere così vestita e truccata e non avrei potuto parlare di diritti umani da un palcoscenico. Perché sarei stata arrestata o forse addirittura uccisa. E per questo, come molte ragazze e ragazzi del mio paese, ho deciso che la paura non ci fa più paura e di dare voce ad una generazione cresciuta sotto un regime di terrore e di repressione, in uno dei paesi più belli al mondo, uno scrigno dei Patrimoni dell’Umanità”.
Pegah Moshir Pour, Sanremo 2023
Ma Lamarida racconta i libri, e così penso sia arrivato il momento di proporre “Leggere Lolita a Teheran”, di Azar Nafisi, pubblicato nel 2003 (nel 2004 in Italia) ma mai così attuale.
“Nell’autunno del 1995, dopo aver dato le dimissioni dal mio ultimo incarico accademico, decisi di farmi un regalo e realizzare un sogno. Chiesi alle sette migliori studentesse che avevo di venire a casa mia il giovedì mattina per parlare di letteratura.”
Azar Nafisi, “Leggere Lolita a Teheran” (Adelphi 2004)
Ed è proprio la letteratura il filo conduttore di “Leggere Lolita a Teheran”. Nafisi racconta ai suoi studenti il valore della libertà attraverso tutti quei testi che sono ritenuti sovversivi. “Lolita”, “Il grande Gatsby”, “Orgoglio e pregiudizio”, “Cime tempestose”, “Daisy Miller”,
Sono raccontati così grande trasporto e amore che non puoi non morire dalla voglia di andarli a rileggere per ritrovarli dipinti attraverso le parole della professoressa Nafisi.
Le ragazze di Teheran
Ma poi c’è un secondo livello di lettura, più profondo, quello che racconta la storia delle sette ragazze che partecipano al seminario segreto.
Manna, Nassrin, Mahshid, Yassi, Azin, Mitra e Sanaz, con le loro vite e con il loro essere donna nella repubblica Islamica dell’Iran. Nafisi, che fin dall’inizio dirà di averne cambiato i nomi per non renderle riconoscibili, ce le presenta con i capelli sciolti, lo smalto e le t-shirt colorate sotto a quelli che definisce lei stessa “drappi scuri”, ce le presenta con la loro anima e la loro voglia di vivere.
“Leggere Lolita a Teheran” è un libro da leggere, un libro che arricchisce e che ci lascia con un retrogusto amaro.
Se vuoi iniziare a sfogliarlo, ecco l’anteprima.