Ogni mattina a Jenin Recensione
Recensione

“Ogni mattina a Jenin” di Susan Abulhawa

Indubbiamente uno dei libri più intensi ed emozionanti che abbia mai letto, “Ogni mattina a Jenin“, di Susan Abulhawa, racconta il dramma del conflitto israelo-palestinese attraverso gli occhi di Amal, nata nel 1955 nel campo profughi di Jenin.

Non ho mai visto un parco giochi e non ho mai nuotato nel mare, ma la mia infanzia è stata magica, sotto l’incanto della poesia e dell’alba. Non ho più trovato un luogo sicuro come l’abbraccio di mio padre, quando nascondevo la testa nella cavità del suo collo e delle sue spalle robuste. Non ho più conosciuto un momento più dolce dell’alba, che arrivava con l’odore di tabacco al miele e mela e le splendide parole di Abu Hayyan, Khalil Gibran, al Ma’arri, Rumi. Non sempre capivo ciò che dicevano, ma i loro versi erano liricamente ipnotici. Grazie a loro conobbi le passioni di mio padre, le sue sconfitte, le sue angosce e i suoi affetti. Papà mi trasmise tutte queste cose. E fu un dono splendido, che nessuno riuscì a strapparmi. 

Solo parzialmente autobiografico, “Ogni mattina a Jenin” è un romanzo: i personaggi non sono reali, ma certamente reali – e documentati – sono gli eventi storici che li vedono protagonisti.

La segregazione e la violenza assurda a cui sono sottoposti i palestinesi sono raccontate con dolorosa lucidità. Certo, è una visione e un racconto “di parte”, ma non ho trovato quel  tono propagandistico che ci si potrebbe aspettare.  “Ogni mattina a Jenin” è, incredibilmente, un romanzo che non ci parla solo di dolore e guerra, ma anche di amicizia, amore e rispetto: per questo penso che sia un’ottima lettura da proporre anche nelle scuole.

Davvero troppi sarebbero i passaggi che vorrei riportare in questa recensione per farvi assaporare tutta la poesia di queste pagine, ma ovviamente non è possibile. Vi rimando più giù per l’anteprima ma, soprattutto, vi rimando in libreria: “Ogni mattina a Jenin” merita assolutamente un posto tutto suo, non è assolutamente sufficiente un link nel vostro eBook reader.

Chi è Susan Abulhawa

Susan Abulhawa è nata nel 1970 in un campo profughi da genitori palestinesi ed ha trascorso alcuni anni in un orfanotrofio di Gerusalemme. Espulsa all’età di tredici anni si è trasferita negli Stati Uniti. Ora vive in Pennsylvania, è autrice di numerosi saggi sulla Palestina ed ha fondato l’associazione Playgrounds for Palestine che si occupa dei bambini dei Territori occupati.

Se vi può interessare, qui potete trovare l’articolo che ha scritto per Al Jazeera nel 2020 a proposito del romanzo di Colum McCann “Apeirogun”, sempre sulla “questione palestinese”


Ora, come sempre vi lascio l’anteprima di “Ogni mattina a Jenin” e vi aspetto nei commenti


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