La casa sul mare celeste. Recensione
Recensione

“La casa sul mare celeste” di TJ Klune

Sicuramente sarà capitato anche a voi, quando terminate un libro che avete amato particolarmente, di non riuscire ad iniziare a leggere nient’altro per giorni, perché volete mantenere bene impressa nella memoria le emozioni che vi ha lasciato la lettura appena terminata. È quello che è successo a me con “La casa sul mare celeste” di TJ Klune.

Trama

Linus Baker è un assistente sociale impiegato al Dipartimento della Magia Minorile. Il compito che esegue con scrupolosa professionalità è assicurarsi che i bambini dotati di poteri magici, cresciuti in appositi istituti in modo da proteggere quelli “normali”, siano ben accuditi. La vita di Linus è decisamente tranquilla, per non dire monotona: vive in una casetta solitaria in compagnia di una gatta schiva e dei suoi amati dischi in vinile.

Tutto cambia quando, inaspettatamente, viene convocato nell’ufficio della Suprema Dirigenza. È stato scelto per un compito inconsueto e top secret: dovrà recarsi su un’isola remota, Marsyas, e stabilire se l’orfanotrofio diretto da un certo Arthur Parnassus abbia i requisiti per rimanere aperto.

Appena mette piede sull’isola, Linus si rende conto che i sei bambini ospitati nella struttura sono molto diversi da tutti quelli di cui ha dovuto occuparsi in passato. Il più enigmatico tra gli abitanti di Marsyas è però Arthur Parnassus, che dietro ai modi affabili nasconde un terribile segreto.


Dalla trama che si può leggere sull’aletta della copertina, può sembrare un fantasy per ragazzi che strizza un po’ l’occhio a Harry Potter e che non ha un granché da dire. Niente di più sbagliato: da dire questo romanzo ha davvero parecchie cose e forse andrebbe letto più dagli adulti che dai ragazzi. 

Parla di inclusività, di amore e di rispetto. I ragazzi sono molto più sensibili e preparati di noi su questi argomenti: non sono così vittime degli stereotipi e dei pregiudizi come gli adulti. 

Mi piace pensare che le nuove generazioni, non per merito nostro purtroppo, sappiano guardare il mondo con occhi limpidi. Siamo noi che abbiamo bisogno di imparare ad accogliere e ad amare in maniera libera e incondizionata.

“La casa sul mare celeste” è proprio questo: un posto dove imparare ad essere noi stessi con tutte le nostre incredibili peculiarità, un posto dove, quando abbiamo paura, c’è sempre qualcuno pronto ad abbracciarci: “non vorreste essere lì?”

Giusto per iniziare a darmi un assaggio, vi lascio come sempre l’anteprima

Infine una chicca: in “La casa sul mare celeste” c’è anche tanta musica.

Su Spotify ho trovato la colonna sonora con tutte le canzoni citate nel romanzo. Ve la lascio qui sotto, così potete utilizzarla come sottofondo mentre leggete il libro.

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