Falce Recensione
Recensione

“Falce” di Neal Shusterman

“Falce” di Neal Shusterman è stato il mio libro “Maratona di Capodanno”.

Ho iniziato a leggerlo con tutti i pregiudizi possibili perché digerisco con grande difficoltà i romanzi distopici. 

Addirittura, Google Books lo classifica “Fantascienza, Cyberpunk”: capirete che da qui al «neanche per sogno» il passo è breve. Nonostante le premesse però ho deciso di dargli una possibilità scaricando l’estratto gratuito dell’ebook (che come sempre troverete anche qui, alla fine)

Dopo le prime pagine, inaspettatamente, “Falce” mi ha preso, ho comprato il cartaceo e ora sono pronta a prenotare anche gli altri due libri della saga.

“Falce” – La storia

“Un mondo senza fame, senza guerre, senza povertà, senza malattie. Un mondo senza morte. Un mondo in cui l’umanità è riuscita a sconfiggere i suoi incubi peggiori. 

A occuparsi di tutte le necessità della razza umana è il Thunderhead, un’immensa, onnisciente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead non sbaglia mai, e soprattutto non ha sentimenti, né rimorsi, né rimpianti.

Quello in cui vivono i due adolescenti Citra Terranova e Rowan Damisch è davvero un mondo perfetto. O così appare.

Se nessuno muore più, infatti, tenere la pressione demografica sotto controllo diventa un vincolo ineluttabile. Anche l’efficienza del Thunderhead ha dei limiti e non può provvedere alle esigenze di una popolazione in continua crescita. Per questo ogni anno un certo numero di persone deve essere “spigolato”. In termini meno poetici: ucciso.

Il delicato quanto cruciale incarico è affidato alle cosiddette falci, le uniche a poter decidere quali vite devono finire. Quando la Compagnia delle falci decide di reclutare nuovi membri, il Venerando Maestro Faraday sceglie come apprendisti proprio Citra e Rowan. Schietti, coraggiosi, onesti, i due ragazzi non ne vogliono sapere di diventare degli assassini. E questo fa di loro delle falci potenzialmente perfette.

“Le intermittenze” 2.0

La sinossi, concorderete, non è il massimo ma vi assicuro che il libro è tutta un’altra cosa.

Se in qualche modo “Falce” può fare l’occhiolino a “Le intermittenze della morte” di Saramago riportando il concetto della morte come “male necessario”, poi prende tutta un’altra strada (anche perché scomodare troppo un Nobel è sempre un po’ rischioso).

La lettura è avvincente, i capitoli brevi si inanellano perfettamente uno con l’altro tanto che non riesci a smettere di leggere.

“Falce” e le tre regole del romanzo perfetto

Il romanzo alla fine si è dimostrato quasi più fantasy (altro genere che non è esattamente nelle mie corde) che distopico e, incredibilmente, la fusione di due generi che non amo ha creato il “romanzo perfetto”: quello che assolve pienamente le tre regole fondamentali.

La prima è saper intrattenere il lettore: qui non ci sono storie: se mentre leggo mi viene in mente che devo andare a stendere la biancheria vuol dire che quel romanzo è scritto più per autocompiacimento dell’autore che per intrattenere il lettore. Con “Falce” questo non succede: non mi capitava da anni di fare mattina leggendo un libro.

La seconda è rispettare il patto con il lettore che accetta di sospendere il giudizio e di affidarsi e “credere” incondizionatamente alle parole dell’autore. Questo, dal canto suo, deve saper essere in grado di rendere reale il fantastico. Anche in questo caso non posso che essere soddisfatta: ho provato quasi fisicamente le emozioni di Citra, Rowan e del Maestro Faraday.

La terza regola è saper lasciare il lettore con quella sensazione di “abbandono” alla fine del romanzo. Quel bisogno di non leggere altro per qualche giorno per non perdere il ricordo delle ultime pagine.

Forse è perché non avevo aspettative che potevano rimanere deluse, ma “Falce” ha assolto pienamente tutti e i tre requisiti e per questo non posso che assegnargli le mie prime cinque stelle di quest’anno 🙂

Come ho accennato all’inizio, “Falce” è il primo libro di una trilogia. Gli altri due sono “Tunderhead” e “Il rintocco”.

Ora, se ancora non sapete se accettare la sfida, come promesso vi lascio l’anteprima e, come sempre, vi aspetto nei commenti.

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