“Miss Bee & il cadavere in biblioteca” di Alessia Gazzola
“Londra, anni Venti del Novecento. Beatrice Bernabò, detta Miss Bee, è una ventenne italiana che vive nella capitale inglese da qualche anno. Insieme alle sorelle, Beatrice si è trasferita al seguito del padre Leonida, docente di italianistica all’Università. Il mandato del padre gode della protezione dell’ambasciatore italiano in UK, che non può che essere fascista. Invitata a cena dalla nobile dirimpettaia, Mrs Ashbury – vedova e madre di un unico e affascinante figlio, il conturbante Christopher detto Kit – Beatrice si trova suo malgrado in mezzo a un giallo che è al contempo un triangolo amoroso: se non è colpevole l’uno, lo è l’altro. Ma lei di chi è innamorata, dell’uno o dell’altro?”
Lo ammetto, con le letture quest’anno ho deciso di partire soft.
Dopo “Falce”, sono passata ad Alessia Gazzola con “Miss Bee e il Cadavere in Biblioteca”.
Innanzitutto, bravi bravi a Longanesi per la copertina carinissima e il segnalibro coordinato: sono sempre coccole molto gradite.
“Miss Bee” tra Agatha Christie e Jane Austen ? Forse no
Il romanzo in sé è carino, più che altro è così come te lo aspetti.
Potrei definirlo un giallo soft un po’ stile Agatha Christie – sarà l’ambientazione pizzi e merletti anni Venti – con una bella pennellata di rosa che lo rende, se possibile, ancora più leggero.
La nostra Miss Bee, alle prese con la decadente aristocrazia inglese, ci ricorda in effetti le eroine di Jane Austen che guardano il bel vicino di casa da dietro le tende.
La vicenda viene narrata in maniera molto pacata senza il pathos a cui magari altri autori ci hanno abituati ma, dopo tutto, non è comunque quello che stavamo cercando e quindi va bene così.
Anche i cliché alla fine ci piacciono: dal cadavere in biblioteca (quale posto migliore per commettere un omicidio?) al triangolo amoroso, la Gazzola non ci risparmia niente, salvo forse il maggiordomo che (spoiler) non è l’assassino!
Quello che però un po’ stona sono lo stile e il linguaggio poco allineati con l’epoca: per quanto descritta come ribelle, Beatrice a volte ci sembra un po’ troppo moderna per essere vissuta un secolo fa.
E poi, diciamolo: in questo romanzo il livello di testosterone è davvero alto. Dopo il ritrovamento del cadavere durante il ricevimento, mi sarei aspettata di veder comparire il Poirot di turno, un po’ goffo e con la pipa, sempre per la questione dei cliché che alla fine ci danno sicurezza. Al suo posto invece, dopo un Kit bello e impossibile, e un Jules bello e maledetto ecco che ci troviamo di fronte pure quel figaccione di ispettore Blackburn di Scotland Yard: un po’ too much per un giallo! 🙂
“Miss Bee” e poi…
Comunque, anche se è un po’ un mix di generi, “Miss Bee e il Cadavere in Biblioteca” è un romanzo che si lascia leggere e sicuramente assolve il suo compito di intrattenere il lettore. Io stessa ho già pronto sul comodino il seguito “Miss Bee e il Principe d’inverno” e ho già segnato sul calendario l’uscita del terzo episodio, “Miss Bee e il Fantasma dell’Ambasciata”, prevista per il 25 marzo.
E di nuovo bravi bravi a Longanesi per aver programmato l’uscita dei tre romanzi nell’arco complessivo di quattro mesi: il lettore così non ha il tempo di “raffreddarsi”.
Il passo successivo penso sarà ritrovare Miss Bee anche in televisione a far compagnia alla nostra Alice Allevi, brava brava quindi anche ad Alessia Gazzola per aver saputo confezionare un altro “prodotto” versatile ed ammiccante.
Come sempre vi lascio l’anteprima del libro e vi aspetto nei commenti per sapere cosa ne pensate.