Frankenstein di Mary Shelley
«Tutti gli uomini detestano gli infelici; quanto, dunque, devo essere detestato io, il più infelice di tutti gli esseri viventi! Anche tu, mio creatore, detesti e disprezzi me, tua creatura, alla quale sei legato da un nodo che si può sciogliere solo con l’annientamento di uno dei due. Vuoi uccidermi»
Mary Shelley, Frankenstein (1818)
Questo è Frankenstein di Mary Shelley, ma ora partiamo dall’inizio.
La trama
Victor Frankenstein è un giovane scienziato ossessionato dall’idea di riuscire a generare la vita dalla morte. Con questo intento si isola dal mondo e si immerge nello studio dei cadaveri e della loro decomposizione, finché una notte riesce finalmente a dare vita alla “Creatura”.
Il risultato però è un essere dall’aspetto mostruoso e così Frankenstein, terrorizzato per ciò che ha compiuto, scappa e lo abbandona al suo destino.
Frankenstein: il “romanzo matrioska”
Ritenuto il primo gotico di fantascienza della storia, Frankenstein è narrato a tre voci: Robert Walton – l’esploratore – che scrive alla sorella Margaret; il dottor Victor Frankenstein che, disperso tra i ghiacci del mare del nord, viene salvato dalla nave di Walton e gli racconta la sua storia; ed infine la Creatura che, a sua volta, racconta al dottor Frankenstein la sua vita e il suo dolore.
Il racconto prende così la struttura di una matrioska, e solo poco per volta emerge la sua essenza.
Un horror che commuove
La tradizione narra che Lord Byron, in un piovoso pomeriggio estivo, abbia proposto ai suoi ospiti nella villa di Ginevra, di scrivere per gioco un racconto di fantasmi.
L’unica a portare a termine l’opera sarebbe stata proprio una giovanissima Mary Shelley, allora diciannovenne.
Ma ciò che più ci colpisce durante la lettura di Frankenstein, non è il terrore che questo mostro semina per appagare il suo desiderio di vendetta, o i misteriosi e lugubri esperimenti che hanno portato alla sua creazione, quanto l’immenso dolore che egli prova per essere stato abbandonato e per essersi ritrovato orfano in un mondo così ostile e così incapace di andare oltre le apparenze.
Questa è la vera forza di Frankenstein: attraversa più di due secoli di storia e riesce ad essere ancora così attuale, raccontandoci il dramma degli esclusi e dei reietti che da sempre cercano un loro posto nel mondo.
È impossibile non farsi coinvolgere da questo romanzo: siamo tutti un po’ Frankenstein e un po’ Creatura con i nostri deliri di onnipotenza e il nostro terrore di non essere accettati.
Se ancora non lo avete fatto, questo è il momento giusto per leggere Frankenstein di Mary Shelley. Dimenticate Hollywood e tutte le trasposizioni che ne sono state fatte e perdetevi in questa magica lettura.
2 commenti
nicoletta massera
..ottimo consiglio Lamarinda! È uno dei testi che porto nel cuore…mi permetto di consigliare il film interpretato da De Niro..
Buona domenica
Nic
Lamarinda
Grazie Nico, provvederò al più presto! Buon weekend 👋😊