Sandman recensione
Recensione

The Sandman: l’attesa è finita

È l’ultimo arrivato in casa Netflix ed è già al primo posto nella Top10 delle serie TV: sto parlando naturalmente di “The Sandman”.

Era certamente tra i progetti più attesi degli ultimi tempi, ma i fan lo stavano aspettando già da più di trent’anni, tanto c’è voluto per ricreare quel capolavoro che è la saga a fumetti “The Sandman” di Neil Gaiman pubblicata tra il 1988 e il 1996 dalla DC Comics, poi inserita nella linea Vertigo dal 1993.

I fumetti, in tutto 75 albi, sono organizzati in archi narrativi e la serie Netflix ripropone i primi due (“Preludi Notturni” e “Casa di bambole“) e lo stesso Gaiman ha partecipato alla realizzazione, come produttore esecutivo, a garanzia della fedeltà nella trasposizione.

La trama

Per chi fosse completamente digiuno, la storia ha inizio nel 1916 quando Roderick Burgess, nel tentativo di catturare la Morte (Death), imprigiona con un rito esoterico Sandman (Dream) uno dei sette Eterni, le entità metafisiche che regolano l’esistenza degli uomini: Destiny, Death, Dream, Destruction, Despair, Desire e Delirium.

Sandman è il custode del regno dei sogni e la sua assenza causa terribili conseguenze sia nel mondo della veglia che in quello dei sogni. Una volta liberato, dovrà andare alla ricerca dei suoi antichi strumenti (la sabbia, l’elmo e il rubino) per riacquistare il suo potere e riportare l’ordine. Ma questo è solo l’inizio…

The Sandman”: quando il fumetto è una cosa seria

Ora passiamo a noi, non potrò mai ringraziare abbastanza mrfusion per avermi prestato la sua collezione di “The Sandman” dandomi così la possibilità di leggere qualcosa di totalmente nuovo per me, ma ammetto che non è stata una impresa facilissima. 

In effetti ha richiesto molta attenzione perché, oltre alla trama del racconto, c’è tutta una sotto-trama, che oscilla tra la filosofia, il mito e il fantasy, che merita di essere colta. 

Inoltre, le storie si diramano e si intersecano; il confine tra il regno dei sogni e il regno della veglia è fragile. Insomma, è una cosa seria: c’è John Dee che vuole distruggere i sogni confondendo la speranza con la menzogna e Corinthian, l’incubo ribelle, che sconfina nel mondo della veglia per rendere reale il suo terrore.

E poi c’è la morte, Death, una ragazzina gentile che sorride ed accompagna gli umani in un’altra dimensione (adorabile la versione punk gothic del fumetto, un po’ meno convincente ma sempre azzeccata quella della serie).

“The Sandman”: qualche ombra nel sogno

E poi c’è Lucifer Morningstar.

Come avevo accennato tempo fa a proposito della serie Netflix, anche “Lucifer” è un fumetto di Neil Gaiman e nasce proprio come spin-off di “The Sandman”.

Lo incontriamo per la prima volta in “Una speranza all’inferno” (lo stesso titolo sia nel fumetto che nella serie) e il mio cuore non ha potuto che sussultare di fronte grande incontro.

Nel quarto episodio Sandman deve recarsi all’Inferno per recuperare il suo elmo e qui incontra Lucifer. L’idea di modificare la scena della sfida ha segnato un passo avanti rispetto al fumetto ma, a questo punto, sarebbe stato meraviglioso anche pensare di inserire un cross-over tra le due serie (avrei quasi potuto perdonare la deludente sesta stagione di “Lucifer”) e invece no, anzi… il mio cuore non solo non ha più sussultato, ma si è proprio fermato.

Se ho accettato un po’ a malincuore il cambio di look di Death, non sono pronta a barattare Tom Ellis con Gwendoline Christie (bravissima, ma Lucifer Morningstar è un’altra cosa).

A questo punto, a dirla tutta, neanche Tom Sturridge mi convince un granché nella parte di Sandman. Fatico un po’ a ritrovare in questo ragazzino emo dal viso tondo, il principe dark del fumetto che ispirava austerità, fascino e timore. Personalmente, sarà anche una questione di look, avrei preferito qualcosa più nello stile Keanu Reeves (che tra l’altro ho scoperto essere anche protagonista e autore di un fumetto… ma questa è un’altra storia)

Keanu Reeves – Matrix Resurrection

“The Sandman”: tiriamo le somme

Per concludere: la serie è certamente appassionante e ben strutturata.

Non so se chi non ha letto il fumetto la possa apprezzare in tutte le sue sfumature, in molti la definiscono un po’ “di nicchia” e che rischia di apparire caotica e frammentaria se non si ha alle spalle la visione complessiva dell’opera (che comunque, proprio per sua natura, non è che sia esattamente lineare).

Francamente non saprei; secondo me guardarla “a digiuno” può consentire di vederla così com’è senza aspettative o preconcetti. Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione.

Intanto straconsiglio la lettura del fumetto. Sarà banale ma, come sempre, read is better”.

“The Sandman” è un’opera gigantesca ed ogni pagina è un piccolo capolavoro: io non li ho ancora letti tutti (mrfusion, giuro che te li restituirò un giorno).

Nell’eterna diatriba se i fumetti siano da considerarsi letteratura o no, “The Sandman” è la prova che non solo possono essere letteratura (qui di parla di filosofia, di storia, di mitologia…), ma addirittura possono rappresentare un ponte con il cinema; non per niente un fumetto prevede anche un autore, uno sceneggiatore e un dialoghista.

Un’ultima nota. Il 19 agosto Netflix ha fatto uscire, a sorpresa, un undicesimo episodio: “Sogni di libertà” contenente due storie: “Il sogno di mille gatti” e “Calliope” tratte dall’arco narrativo “Le terre del sogno” (ce l’ho!). Ora però è tardi e ve ne parlerò un’altra volta 😉

Intanto vi lascio il trailer


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